Il premio Diari di Cineclub a My Dear prime Minister di Rakeysh Omprakash Mehra (India)

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#RomaFF13 | Festa del Cinema di Roma 18 | 28 ottobre 13. Edizione 2018
Al film  My Dear prime Minister di Rakeysh Omprakash Mehra (India) il premio Diari di Cineclub alla Festa del Cinema di Roma.
La Giuria del Premio Diari di Cineclub – periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica, (terza edizione), composta di Paola Dei (Presidente), Angelo Tantaro, Anna Maria Stramondo, Catello Masullo, Maria Caprasecca, Ugo Baistrocchi riunitasi sabato 27 ottobre ore 13,30 presso la sede della Festa del Cinema, V.le P. de Coubertin, ha attribuito il Premio Diari di Cineclub a:
 
My Dear prime Minister di Rakeysh Omprakash Mehra (India)
Il film dell’indiano Rakeysh Omprakash Mehra, denuncia con delicatezza poetica, colori, danze e musica, una storia di diritti civili ambientata in una baraccopoli alla periferia di Mumbai. Lo sguardo luminoso di un bambino, una fila di denti bianchi e le sue agili gambette sempre in corsa e in primo piano per costruire un bagno alla mamma, stuprata da un poliziotto mentre era uscita per i bisogni primari, costruiscono una grammatica profonda ma connotata di leggerezza e semplicità come é nello stile di Bollywood. Una riflessione per avvicinarci ad un cinema che é prima di tutto un fatto e come tale desta stupore e si colloca nello spazio fra il neo-realismo e il musical.
 
Ha inoltre assegnato le seguenti menzioni speciali a:
viggo mortensen marhsaha green book Green Book di Peter Farrelly (Stati Uniti d'America)
(Selezione ufficiale)
E’ un film classico alla fine del quale non solo i personaggi ma anche gli spettatori sono cambiati. Impossibile non stupirsi e riflettere quando, Tony Villalonga, uno dei protagonisti, scopre che negli USA del 1962 si vendeva “The Green Book” (dal 1936!) una guida per i turisti afro-americani che volevano viaggiare sicuri, con l’indicazione degli alberghi e dei locali riservati ai neri o con informazioni preziose come il divieto “legale” per i neri di circolare di notte in certi stati americani. Un film che irride a tutte le presunte superiorità culturali e fa ridere sul razzismo mettendone in ridicolo i presupposti. Un Viggo Mortensen, sovrappeso e quasi irriconoscibile, in una interpretazione da Oscar, è, l’autista Italo-americano che accetta di portare in turnè negli Stati del Sud e proteggere un pianista nero, il plurilaureato dott. David Shirley (l’indimenticabile spacciatore di “Moonlight” Mahershala Ali) componente di un trio di esecutori di musica classica. “Green Book” è una storia vera tradotta in una commedia che rappresenta un efficace strumento per combattere l’intolleranza e l’odio per il diverso, favorendo invece fratellanza e accettazione dell’altro.
 
il vizio della speranzaIl vizio della Speranza di Edoardo De Angelis (Italia)
(Selezione ufficiale)
Regista e sceneggiatore partenopeo Edoardo De Angelis, definito da Kusturica un “talento visionario”, sembra aver fatto sua la frase di De André “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Fin dalla prima scena, attraverso il volto di una ragazza stuprata e condannata a non avere figli, che ci presenta bambina ripescata in mare con un abito bianco insanguinato, fa emergere una nuova vita e quello che viene definito... “il vizio della speranza”, da lui scelto come titolo dell’opera. Asciutto, senza esagerazioni o colpi di scena irreali ma ricco di momenti drammaturgici intensi e primi piani artistici, il film mette in scena la metamorfosi di Maria che nonostante le vicende vissute, la madre anaffettiva e la vicinanza di una pappona che ha il pregio di mostrarsi per ciò che é, fra prostituzione, traffico di droga e delinquenza scopre la propria anima e una nuova vita dentro di sè.
 
 
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