L'intervento di Marco Asunis (Presidente FICC) per il volume "L'associazionismo culturale agli albori del XXI secolo

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L'intervento di Marco Asunis (Presidente FICC) per il volume "L'associazionismo culturale agli albori del XXI secolo. Atti del convegno di Sassari. A cura di Angelo Tantaro - novembre 2012 pagg. 160 Alcione editore, presentato a Roma – FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - Venerdì 16 Novembre Lazio Film Fund – Villaggio del Cinema

Il tema del confronto odierno (rapporto tra cinema e territorio, la situazione degli spazi e delle sale dove si proietta, la qualità delle proposte e dell’offerta cinematografica esistente) rientra pienamente all’interno di una riflessione generale, che riguarda la ‘questione del pubblico’, o, per quel che meglio ci riguarda, del ‘nuovo pubblico’ dei non privilegiati sul piano sociale e culturale.

E’ perciò quella di oggi una occasione importante per poter esaminare alcuni aspetti strettamente legati all’organizzazione del pubblico cinematografico, ragione principale del lavoro delle nove Associazioni nazionali di cultura cinematografica, quelle riconosciute dalla legge per il cinema.

Un tema che quindi non può risultare estraneo dalla realtà che si respira e si vive oggi, di una società in pieno tumulto scossa da un primo sciopero generale europeo della storia, con tanto di manifestazioni e proteste che reclamano diritti ed eguaglianza!

E’ a partire da questo quadro complessivo che è importante, molto importante per noi, proporre oggi un’occasione di riflessione, qui al Festival di Roma, sul valore della pubblicazione degli Atti di un Convegno con tutte le Federazioni nazionali di cultura cinematografica, svoltosi a Sassari il 29/30 giugno scorsi, intitolato: "L'’Associazionismo culturale agli albori del XXI secolo. L'’impegno dell’'operatore culturale e il rogo della cultura”.

Un Convegno promosso dal Cineclub Fedic di Sassari nell’ambito del VII SardiniaFilmFestival, il cui Presidente Angelo Tantaro ha fatto si che non risultasse una riflessione puramente autoreferenziale, aprendola a figure importanti della cultura cinematografica italiana, a esponenti della Distribuzione cinematografica indipendente, delle Cineteche regionali, dell’Università. Cogliendo, infine, l’importanza culturale della pubblicazione di tutto quanto si è prodotto in questi lavori.

Tanti altri hanno collaborato per tale risultato. Per questo, tutto ciò rappresenta un passaggio importante e decisivo di una riflessione comune, tesa a individuare percorsi e prospettive utili per rilanciare il dibattito culturale e politico su temi riferiti alla crescita culturale del pubblico e al futuro stesso dell’associazionismo culturale cinematografico.

Gli Atti di Sassari rappresentano questa volontà e nello stesso tempo raccontano una esperienza di un confronto teso a rilanciare unitariamente i compiti e le funzioni che l’associazionismo di cultura cinematografica deve continuare ad avere nel nostro Paese, in una fase straordinariamente complessa e difficile. Emerge da questa ricerca, nonostante la difficoltà del momento, un mosaico di voci che sono riuscite a confrontarsi e a parlare la stessa lingua, producendo con un documento finale una visione e una linea di politica culturale comune, che rappresenta ora un importante punto di riferimento .

Hanno contribuito tra i tanti a questa ricerca Italo Moscati, che ne ha coordinato in modo costruttivo e stimolante i lavori, ed Enzo Natta, figura altrettanto cara e profondamente legata e amica dell’associazionismo culturale cinematografico, che ha presentato il volume degli Atti con un intervento scritto.

In generale, è emerso da questo lavoro la volontà di voler perpetuare ancora un ruolo storico delle Associazioni nazionali nella promozione della cultura cinematografica nel nostro Paese in un rapporto stretto con la crescita e la formazione del pubblico. Farsi interpreti ancora del bisogno naturale dell’uomo di incontrarsi e associarsi per crescere insieme . E considerare questo processo come un ‘bene comune’ fondamentale per la crescita culturale della nostra società. Pur nella consapevolezza della grave crisi finanziaria del Paese, emerge dagli Atti la convinzione che “la cultura, così come la sanità, così come l’istruzione, devono essere pubbliche. E’ lo Stato che deve sostenere la crescita culturale del Paese”. In quest’ottica, appare con forza da parte delle Associazioni la necessità di ‘contrastare da subito vecchie e nuove tendenze di politica culturale da parte delle Istituzioni che ne stanno avvilendo il ruolo attraverso pesantissimi e ingiustificati tagli dei finanziamenti pubblici’. Le ricadute sono tali da mettere a rischio posti di lavoro per migliaia e migliaia di lavoratori della cultura e dello spettacolo, come sta avvenendo per quelli dello storico polo cinematografico di Cinecittà, la cui scomparsa è inimmaginabile sul piano della storia e della memoria collettiva del cinema italiano e non solo. Così è per gli operatori del Centro Sperimentale di Cinematografia, dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e di altre importanti Istituzioni culturali come il Teatro Valle, diventato il simbolo di una resistenza contro il depauperamento del patrimonio e del bene culturale pubblico. Contro questa deriva tutto l’Associazionismo cinematografico si schiera e intende dare battaglia. E per questo impegno manifesta un bisogno di compattezza e unità di intenti.

Il compito che emerge dell’Associazionismo è quello di una prospettiva generale, da svilupparsi anche attraverso il raccordo con il mondo autoriale e della distribuzione cinematografica indipendente, per continuare a lavorare con il mondo della scuola per la formazione delle giovani generazioni. In quest’ottica, la volontà collettiva ‘di dare slancio unitario al ruolo e all’attività culturale delle Associazioni anche attraverso iniziative comuni’, appare di grande rilievo non solo culturale ma anche politico!

Gli Atti fanno emergere altri grandi temi di riflessione. Il sistema cinema è parte del sistema della comunicazione più generale. L’idea del ‘nuovo pubblico’ riguarda l’idea di un nuovo soggetto che può autorganizzarsi e lottare per uscire da una gabbia di una società mediaticamente subalterna rispetto ai mezzi di comunicazione di massa e da chi li detiene. Il cinema, come la stampa e la televisione, è un mezzo di comunicazione di massa!

Su queste basi le Associazioni si sono ripromesse di rivedere e rilanciare un lavoro teso alla riaffermazione della ‘Carta dei Diritti del Pubblico’, approvata a Tabor nella ex Cecoslovacchia nel 1987, in un congresso della Federazione Internazionale dei Circoli del Cinema presieduto allora da Carlo Lizzani.

Molti altri sono gli spunti e le riflessioni emersi, riferiti alle difficoltà ed alle problematiche del presente che ognuna delle Associazioni vive. Per questo c’è bisogno di tornare su molte di quelle riflessioni per andare avanti. Per l’immediato futuro, nell’interesse stesso delle Associazioni, ci sarà bisogno di un nuovo slancio e di una costruzione organizzativa concreta.

In questo senso, se le premesse sono condivisibili, risulterebbe prioritaria la necessità di ricercare e individuare una nuova dimensione organizzativa a partire dalla ricerca di una casa comune. Una sede a Roma nella quale tutte le Associazioni nazionali di cultura cinematografica potrebbero incontrarsi per progettare insieme e per avere un confronto costante tra di loro e con le Istituzioni. Una sede comune necessaria per uno strumento organizzativo unitario che assomigli all’esperienza passata dell’A.I.C.A. (l’Associazione per Iniziative Cinematografiche e Audiovisive), con una funzione aggregante delle Associazioni, per l’avvio di politiche comuni a difesa dei diritti del pubblico e per promuovere il cinema.

Serve al nostro Paese un rilancio del sistema democratico e partecipativo, in cui la Cultura rioccupi il posto che le compete rispetto ai disvalori del malaffare che hanno caratterizzato il nostro tempo oltre tutti i livelli sopportabili. L’Associazionismo nazionale di cultura cinematografica deve fare la sua parte. Lo si deve alle nuove generazioni che devono recuperare la speranza ed il senso più positivo del futuro. Un futuro diverso che non può non passare dalla crescita di un ‘nuovo pubblico’ e, perciò stesso, di una nuova società, per la quale tutto l’Associazionismo culturale cinematografico è impegnato fino in fondo e che gli Atti del Convegno di Sassari hanno ben manifestato.

Ultimo aggiornamento Domenica 25 Novembre 2012 00:22

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